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Quando si parla di una frontiera è frequente intendere il superamento di essa come un fattore positivo, un successo nella sfida all’ignoto.
Nel pieno medioevo, l’ignoto è parte anche del territorio in cui l’uomo vive, lavora e si sposta. Insidie, superstizioni e guerre tra città che noi oggi chiamiamo province e faide tra famiglie nobili asserragliate nei loro castelli, rendono lo stesso territorio pericoloso e minaccioso. Come un mare da attraversare; indefinito. Anche la conoscenza dei confini fisici non è precisa ai più. E per gli stessi motivi che mettono a rischio la vita delle popolazioni e dei viaggiatori, gli stessi confini politici sono instabili. Il borgo fortificato di Castellina in Chianti apparteneva ad una di queste terre contese ed indefinite in un periodo in cui il potere dell’aristocrazia feudale cedeva il passo di fronte all’affermarsi della forza dei comuni e qui, su questo suolo, i rivali feroci erano Firenze e Siena.

Nel XII secolo l’espansione del potere politico di Firenze garantiva alle aree rurali che entravano sotto la sua influenza un’attestazione di libertà.
Ancora sopravvivevano poteri feudali contro i quali la nuova Repubblica fiorentina offriva un’emancipazione culturale ed economico-commerciale, incantava il sogno delle genti del contado, orbita periferica, con una vera promessa di libertà giuridiche e forme di vita civile moderna.
Dallo statuto che dava un ordine al potere delle istituzioni cittadine proveniva di diritto la protezione dalle barbarie di gruppi di banditi e predoni, minaccia costante per i centri più isolati e gli agglomerati rurali come Castellina in Chianti.
Si può dire che le virtù dei nascenti comuni iniziano a propagarsi quali fossero onde dal centro verso le zone di confine tra regioni sottoposte a differenti poteri comunali o altre famiglie feudali.
Molto interessante è un estratto dal libro “il medioevo” di Friedrich Heer, su questo periodo storico di fermento: “Nel XII e XIII secolo si afferma lentamente, ma non dappertutto, il principio – l’aria della città rende liberi – . Città acquistano il diritto d’asilo e cercano di far sancire dall’autorità la propria giurisdizione. Al centro di ogni diritto cittadino sta il concetto della pace: la città è vista come una libertas , come una liberazione, un territorio liberato, come uno spazio libero giuridicamente protetto. In essa riparano sempre più numerosi uomini che cercano lavoro, pane, giustizia o un tetto, e che sono stanchi di girovagare”.

 

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